Dopocena
Ecco un raccontino di alto spessore comico/letterario scritto dal mio grandissimo amico GAO!!
Dopocena
- eccola la mia pollastrella bella bella! ah ah ah!
- cristo santo! roger! che spavento!
roger le si avvicinò alle spalle, come ogni sera, dopo cena, di sorpresa, mentre era al lavandino a sciacquare i piatti.
- ah ah! ah ah! - rideva roger.
- cos'hai là dietro? - chiese carla cercando di riprendersi - il dolcetto per me?
roger teneva il braccio destro dietro la schiena, come ogni sera. e rideva. oh se rideva. ah! ah! ah! ah! gli era preso quasi un tic a forza di risatine.
- ma cos'hai da ridere tanto stasera? - chiese carla cercando di svincolarsi dal lavandino.
si udì un rintocco di campana, l'uccellino schizzò fuori dal nido, emise ventuno cucù, poi tornò di fretta a rinchiudersi, coprendosi gli occhi con le ali.
- perchè mi fissi così? - chiedeva carla - vuoi farmi morire di paura?
- no, carla - rispose calmo roger -. non voglio farti morire di paura.
il sorriso divenne una paresi, lo sguardo rivolto altrove, pensando già al dopo.
- voglio farti morire con questa - disse roger. e tirò fuori dal braccio la mannaia.
- ma che ti prende roger! ROGER!
roger le sferrò un pugno in pieno stomaco. carla cadde in ginocchio tossendo senza fiato. allora roger la prese per i capelli e la trascinò in ginocchio al centro della cucina.
- AIUTO! AIUTO PER L'AMOR DI DIO AIUTO! - implorava carla mentre guardava in faccia la morte, col trucco sciolto sul mento per le lacrime.
- non mi vuoi bene? eh? non mi vuoi più bene? CAZZO! CHE SUCCEDE ROGER!
- certo che ti voglio bene, carla - disse roger alzando la mannia -. anzi... mi fai impazzire.
Dopocena
- eccola la mia pollastrella bella bella! ah ah ah!
- cristo santo! roger! che spavento!
roger le si avvicinò alle spalle, come ogni sera, dopo cena, di sorpresa, mentre era al lavandino a sciacquare i piatti.
- ah ah! ah ah! - rideva roger.
- cos'hai là dietro? - chiese carla cercando di riprendersi - il dolcetto per me?
roger teneva il braccio destro dietro la schiena, come ogni sera. e rideva. oh se rideva. ah! ah! ah! ah! gli era preso quasi un tic a forza di risatine.
- ma cos'hai da ridere tanto stasera? - chiese carla cercando di svincolarsi dal lavandino.
si udì un rintocco di campana, l'uccellino schizzò fuori dal nido, emise ventuno cucù, poi tornò di fretta a rinchiudersi, coprendosi gli occhi con le ali.
- perchè mi fissi così? - chiedeva carla - vuoi farmi morire di paura?
- no, carla - rispose calmo roger -. non voglio farti morire di paura.
il sorriso divenne una paresi, lo sguardo rivolto altrove, pensando già al dopo.
- voglio farti morire con questa - disse roger. e tirò fuori dal braccio la mannaia.
- ma che ti prende roger! ROGER!
roger le sferrò un pugno in pieno stomaco. carla cadde in ginocchio tossendo senza fiato. allora roger la prese per i capelli e la trascinò in ginocchio al centro della cucina.
- AIUTO! AIUTO PER L'AMOR DI DIO AIUTO! - implorava carla mentre guardava in faccia la morte, col trucco sciolto sul mento per le lacrime.
- non mi vuoi bene? eh? non mi vuoi più bene? CAZZO! CHE SUCCEDE ROGER!
- certo che ti voglio bene, carla - disse roger alzando la mannia -. anzi... mi fai impazzire.